In occasione di un progetto di architettura d'interni in un Palazzo Nobiliare del centro storico genovese, il committente mi richiedeva di realizzare un piccolo angolo cottura in un prestigioso monolocale da adibirsi ad uso turistico.
La normativa e i vincoli dettati dalla Sovrintendenza, che vietava la realizzazione di una cucina tradizionale, sono stati lo spunto per il progetto: per soddisfare tutti dovevo realizzare una "non cucina" o ancora meglio una "cucina che non c'è!".
Il mio tentativo è stato quello di andare oltre alle cucine a scomparsa, minimizzando al massimo l'intervento e facendo dei due principali elementi necessari (il lavello ed il piano cottura) i protagonisti "annullati" ciascuno in una scatola realizzata a mano in legno a sbalzo sulla parete dominante del vano.
Da quel momento non penso più solo al "cibo in scatola" ma anche alla "cucina in scatola!"
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
On the occasion of an interior architecture project in a noble palace in the historic center of Genoa, the client asked me to create a small kitchenette in a prestigious studio apartment to be used for tourist use.
The legislation and the constraints dictated by the Superintendency, which forbade the creation of a traditional kitchen, were the starting point for the project: to satisfy everyone I had to create a "no kitchen" or even better a "kitchen that doesn't exist!".
My attempt was to go beyond the concealed kitchens, minimizing the intervention and making the two main necessary elements (the sink and the hob) the "canceled" protagonists each in a handmade wooden box overhang on the dominant wall of the room.
From that moment on I no longer think only of "canned food" but also of "canned cooking!"