Di padre italiano e madre spagnola, Rebeca Zurru Fernández, è nata a Valencia nel 1989. Vincitrice del II Premio per il Saggio sulle Applicazioni Terapeutiche dell'Arte, Fundación María José Jove 2020, la sua linea di studio cerca di stabilire e...
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Di padre italiano e madre spagnola, Rebeca Zurru Fernández, è nata a Valencia nel 1989. Vincitrice del II Premio per il Saggio sulle Applicazioni Terapeutiche dell'Arte, Fundación María José Jove 2020, la sua linea di studio cerca di stabilire e rendere visibili le relazioni tra risorse creative e processi terapeutici.Nel 2014 si laurea in Belle Arti presso l'Università Politecnica di Valencia, accedendo al Master Universitario in Formazione degli Insegnanti per l'Istruzione Secondaria e di Maturità presso l'Università di Valencia. Nel 2016 è iniziata la sua ricerca attraverso l'intervento di “Strategie Creative per Neuroriabilitazione” nell'ambito clinico delle unità ospedaliere e dei servizi finalizzati alla cura della Lesione Cerebrale Acquisita. Nel 2020 ha ottenuto il titolo di Dottoressa presso la Scuola di Dottorato in Arte: Produzione e Ricerca dell'Università Politecnica di Valencia e menzione Cum Laude nella sua tesi di dottorato "Strategie creative dall'arte e dall'educazione per la neuroriabilitazione dell'ictus e la massima funzionalità dell'individuo nel suo ambiente. Uno studio controllato randomizzato in adulti con danno cerebrale acquisito”. Il suo lavoro artistico combina, forme e vuoti, collage, fotografie e dipinti, che convergono la loro natura ricreativa per far fronte al trauma inscritto nella malattia di sua madre, assumendo attraverso l’arte il senso intrinseco della ripetizione -sollievo-, nel gesto di creare, nella riproduzione ad anello della memoria di ciò che non è e ciò che avrebbe potuto essere, -ma è mentre si riproduce-, così cercando di rendere visibili i benefici sociali e il valore della prassi artistica, per l'educazione emotiva e per la salute psicosociale di qualsiasi gruppo e generazione. Le sue tele, protagoniste dei suoi lavori, nascondono e svelano il suo variegato immaginario, che inciampa tra forme organiche e inorganiche, rami e metallo, superfici vergini e pittura, tagli e ritagli, che strutturano il linguaggio muto di malattie come il danno cerebrale acquisito, e riproducono in grandi dimensioni i mondi neuronali che sono nascosti dietro la pelle e quasi sempre dimenticati dall'aspetto permanente e ingannevole di questa. Rebeca Zurru Fernández cerca di trasferire lo spazio clinico alla natura e recuperare la vita da quest'ultima, portandola allo spazio espositivo come mezzo per diffondere i bisogni sociali dell'arte, dentro e fuori la malattia.
Artista vincitrice del II Premio per il Saggio sulle Applicazioni Terapeutiche dell’Arte, FMJJ 2020.