Palmalisa Zantedeschi nasce e vive a Verona dove viene formata all’interno dell’azienda famigliare a lavorare la pietra.
Le innumerevoli collaborazioni Italiane ed Internazionali nel mondo dell’Architettura e del Design le permettono di esplorare applicazioni informali della pietra e tradurle in elementi di fruizione per l’uomo.
Attraverso la quotidiana osservazione e l’esperienza , intuisce che la materia non e’ inerte, ma vive di una propria vita che si manifesta a chi ha lo sguardo volto non al guardare ma all’osservare senza giudizio .
Da quello semplice processo nascono i pezzi unici, elementi litici spogliati a volte dalle loro masse, a volte lasciati nelle loro forme geometriche a testimonianza di una bellezza perfetta.
Parlare di pietra significa parlare della storia della Terra e delle sue innumerevoli trasformazioni, e’ un lungo percorso di circa 5 miliardi di anni, da quando un corpo gassoso si è raffreddato e trasformato prima in un corpo materico, inospitale e poi vitale.
Estreme temperature, fusioni, pressioni e complesse alchimie hanno ammantato il pianeta di innumerevoli combinazioni di colori e forme, apparentemente casuali, per nasconderli poi fra le pieghe della terra, in luoghi difficili da raggiungere quasi a volerne preservare l’integrità.
Vi sono archetipi che fanno parte del nostro DNA, profondi collanti che accomunano l’uomo, dove tempo e locazione geografica perdono il loro peso; una sorta di denominatore comune che abbraccia l’intera vita. Per questa filosofia e consapevole del grande processo Universale sottostante, l’approccio alla pietra e’ attento a cogliere le sue intime espressioni e laddove spogliata
delle sue forme geometriche, si può intuire il suo incessante divenire.