Il percorso Nata a Vicenza, vive e lavora tra Vicenza e Venezia.Dopo gli studi, prima al Liceo Scientifico e poi all’Istituto Tecnico Sperimentale nel quale segue i laboratori di pittura, design per l’arredamento, progettazione e disegno tecnico, Antonia Trevisan si...
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Il percorso Nata a Vicenza, vive e lavora tra Vicenza e Venezia.Dopo gli studi, prima al Liceo Scientifico e poi all’Istituto Tecnico Sperimentale nel quale segue i laboratori di pittura, design per l’arredamento, progettazione e disegno tecnico, Antonia Trevisan si iscrive alla Facoltà di Sociologia di Trento per poi intraprendere la carriera di insegnante nella Scuola Media, dedicandosi soprattutto alla composizione grafica e alla fotografia.A partire dal 1970 frequenta, presso la bottega di arredamento di Gigi Lanaro a Vicenza, gli appuntamenti serali con architetti come Carlo Scarpa, Arrigo Rudi, Giorgio Bellavitis, Federico Motterle, Umberto Tubini e Domenico Sandri, con il ceramista Pompeo Pianezzola, con lo scultore del vetro Luciano Vistosi e con la tessitrice e designer Renata Bonfanti, che, rifacendosi ai principi teorici di Gropius e del Bauhaus, riconosce valore autonomo all’arte applicata, convinta della necessità di fornire alla società nuovi modelli oggettuali ispirati al massimo della semplicità e funzionalità.
L'inizio della carriera artisticaIn quegli anni comincia a progettare e a mettere in opera le sue prime vetrate impiegando lastre di vetro soffiato colorato, assemblate con collante trasparente e inserite fra pannelli di vetro antisfondamento. Nel 1988 crea il brand “Antonia Trevisan idee colore” con il quale progetta e realizza vetrate artistiche prestigiose oggi distribuite in Veneto e Lombardia.
La pitturaIl collante che ha legato costantemente le diverse esperienze, è diventato visibile solo nel 2010 con la prima personale “Tracce, l'ospitalità della materia” nel complesso monumentale di San Silvestro a Vicenza, attraverso la quale si è indagato sul rapporto tra spiritualità e materia.Affascinata in particolare dai risvolti psico-sociologici dell'arte, con il suo lavoro ha inoltre analizzato: la connessione fra l’essere e la mente (2013-Synaptic Space, Venezia); l’incontro fra Arte e Psicanalisi (2014-Gradiva, Milano); il tema dei legami e della libertà (2015-Bondless, Venezia); il dialogo fra Arte e Medicina nel Film “Cicatrices” di J. Ph. Assal e O. Horn (2016); proiettato al 6° congresso europeo della SETE a Ginevrail contrasto fra violenza e compassione nell’istallazione site specific alla Biennale d’Arte delle Dolomiti di Cibiana di Cadore (2016-Restitution);la memoria (nel 2017 l'opera Refectory ha dato corpo e voce all’antico refettorio dell’ex collegio armeno di Palazzo Zenobio a Venezia, evento parallelo alla 57ma edizione della Biennale d’Arte);l'appartenenza alla laguna (2018-Trasparenze, Venezia).