Anna Russo, nasce il 24 febbraio 1961 e cresce con i colori sulle dita, in un ambiente che ignora l'arte, ed è allora che comincia a dipingere, a disegnare, a sognare un suo mondo fatto di verità, di empatie, di...
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Anna Russo, nasce il 24 febbraio 1961 e cresce con i colori sulle dita, in un ambiente che ignora l'arte, ed è allora che comincia a dipingere, a disegnare, a sognare un suo mondo fatto di verità, di empatie, di amore, di luce ma anche di silenzi, di riflessioni, di matericità. Si laurea in architettura nel 2001 allo IUAV di Venezia, proprio come il suo professore di arte le disse tanto tempo prima, ancora adolescente . Lui adorava le sue intuizioni, disegnate ovunque le capitasse perchè mosse dall'ispirazione, da quella sensazione che hai dentro, che si placano solo creando. Eppure si vergognava di quanto creava, ne era gelosa, perchè pensava che ciò poteva svelare il suo animo. Poi molto tempo dopo partecipa ad un concorso internazionale di pittura a Roma, e si presenta con una opera che aveva nei suoi occhi dopo un viaggio in Ethiopia nel 2011. E con l'opera intitolata "spazi di silenzi" si classifica 2^. Aveva capito che poteva scoprire il suo animo come aveva fatto aiutando donne, bambini e uomini fragili. Per questo scrive anche la poesia "Fragilità" dedicata ad una poco più adolescente, stuprata picchiata minacciata e ripudiata dai genitori, disonorata per avere quel bimbo in grembo che non vedrà mai brillare quelle stelle nel cielo nero d'Africa.
Fragilità
Cammino su marciapiedi inariditi dal vivere, ricolmi della fragilità frantumata di donne.
Raccolgo schegge, disseminate lungo le linee di muri, allo Zenit di un algido equatore.
Matasse di filo spinato si schiudono dai resti di questa debole vita, racchiudono la notte, sottraendo la luce ai piccoli vetri, come fossero le sue stelle.
Le guardavi quelle stelle, nel buio dei tuoi giorni, le contavi quelle stelle nell’assenza di un ricordo.
Cos’era il tuo timore ora che non avevi più tuo figlio.
Vuoti del tuo vivere di bambina riempiti dal gioco dei cinque piccoli sassi, dalla rapidità delle tue mani nel lanciarli alti, dalla prontezza nell’afferrarli, da quel sospiro della mente che ti fa confondere l’accettazione con l’incanto del vivere.
Anna
Ethiopia-Durame, 20 Aprile 2011