I have always wanted to do art and when I reached the age of 50 I decided to do it full time, despite the awareness of the difficulties that such a radical choice entails in life. I believe I am therefore what is called a self-taught. However, I know the artistic themes in its many expressions, because even before, I have never strayed too far from art.
Not practical I see my work with a single and single expressive element but as an open subject a subject in continuous evolution and I try to realize it with this criterion, therefore not only painting but also installations and works of land art, in short, multiple forms of communication, sometimes even aggregated with each other even with others that do not belong to me at all.
However, my primary element of work has been and still is the painting that I prefer to create on transparent glass or Plexiglas plates in order to leave an insurmountable boundary between me, indeed, between my works and the viewer.
This technique that I have refined over the years is mainly linked to an absolutely conceptual aspect relating to the philosophical thought of Ludwig Wittgenstein, I would like those who see the work to perceive the impossibility of reaching it in its truest and deepest essence, the pigment, which it is always located beyond the slab and that while remaining perfectly visible and legible in terms of shapes and colors for all to see, it maintains its material unattainability, because beyond.
Creating a parallel with the lives of us human beings, perfectly visible and known in our strengths and weaknesses especially by those closest to us
but unattainable, to everyone, in our private, deeper self.
Ho sempre desiderato fare Arte e raggiunti i 50 anni ho deciso di farla a tempo pieno, nonostante la consapevolezza delle difficolta che una scelta cosi radicale comporta nella vita. Credo di essere quindi quello che viene definito un autodidatta. Conosco comunque le tematiche artistiche nelle sue molteplici espressioni, perché anche in precedenza, dall’arte non mi sono mai troppo allontanato.
Non pratico ne vedo il mio lavoro con un unico e singolo elemento espressivo ma come uno soggetto aperto una materia in continua evoluzione e cerco di realizzarlo con questo criterio, quindi non solo pittura ma anche installazioni e opere di land art, insomma molteplici forme comunicative, talvolta anche aggregate tra loro persino con altre che non mi appartengono affatto.
Comunque il mio primario elemento di lavoro è stato ed è tutt’ora la pittura che prediligo realizzare su lastre trasparenti in vetro o plexglass in modo da lasciare un confine invalicabile tra me anzi tra le mie opere e lo spettatore.
Questa tecnica che ho raffinato nel corso degli anni è legata principalmente ad un aspetto assolutamente concettuale relativo al pensiero filosofico di Ludwig Wittgenstein, vorrei che chi vede l’opera percepisse l’impossibilita di raggiungerla nella sua essenza più vera e profonda, il pigmento, che sempre si trova oltre la lastra e che pur rimanendo perfettamente visibile e leggibile per forme e colori agli occhi di tutti, mantiene la sua irraggiungibilità materica, perché oltre .
Creando un parallelo con le vite di noi esseri umani, perfettamente visibili e conosciuti nei nostri pregi e difetti sopratutto da chi ci è più vicino
ma irraggiungibili, a tutti, nel nostro io privato, più profondo.