Calogero Risalvato, artista siciliano che dipinge i volti e i miti dell’Antica Grecia su tessuti damascati, ricorda precisamente il giorno in cui sentì la chiamata dell’arte.
“Tutto ebbe inizio nel 1994 quando i miei genitori mi portarono a vedere la corsa delle bighe all’interno del Parco Archeologico di Selinunte, il mio amato paese” ci racconta.
Calogero, che allora aveva undici anni, fu folgorato da quella rivisitazione dell’antica gara romana, resa ancora più magica dai templi e dalle maestose rovine stagliate sul mare blu. In quel preciso momento sentì tutta la forza e l’energia delle sue radici, del legame con la sua terra, a sua volta intrecciato con i miti e le leggende dell’Antica Grecia che con i suoi cantori, gli artisti e gli architetti ha posto le basi della nostra civiltà.
Oggi che, dopo gli studi artistici all’Accademia di Belle Arti di Palermo, dopo la gavetta alternata alle collaborazioni come scenografo e animatore nei villaggi turistici, Calogero Risalvato si sta affermando sempre più velocemente nel panorama artistico, può finalmente narrare, come i cantori dell’Antica Grecia, quel legame speciale con la sua terra.
Un legame che rivive in opere materiche, tattili, in grado di stimolare tutti e cinque i sensi. I soggetti, statue, volti e scorci dell’antichità, sono dipinti attraverso colori a olio, usati in una declinazione acquarellata che esalta le trame e le venature dei tessuti.
Un po’ come gli archeologi che, con pazienza scavano alla ricerca dei tesori perduti, Calogero Risalvato fa emergere i protagonisti del mito dagli intrecci del damasco. Una stoffa preziosa con cui l’artista ha anche un legame affettivo e ancestrale. La famiglia materna, infatti, è nel commercio dei tessuti da due generazioni.
I suoi quadri, chiamati Viaggio del Mito, hanno il sapore di fotografie vissute e sono in grado di far viaggiare il pubblico, portandolo direttamente alle origini della nostra cultura e della nostra civiltà. In questo percorso attraverso la storia, la Sicilia rappresenta la tappa più importante, in una accorta e amorevole celebrazione della sua tradizione commerciale, della fertile ricchezza dei suoi terreni lambiti dal mare, della maestosità dei suoi palazzi e dell’importanza di luoghi come Selinunte, un vero e proprio tesoro archeologico.
L’artista riesce a creare un dialogo tra classicità e modernità, tra il mito e i visitatori ai quali svela come, ognuno di noi, via sia profondamente legato e anche un po’ debitore.
Perché, in fondo, siamo nani sulle spalle dei giganti e non può esistere futuro senza la consapevolezza, e il legame, con il passato. Un passato che, questo giovane cantore siciliano innamorato della sua terra, celebra attraverso l’arte.