Nato a Savigliano, Italia (1989). Tra gli scultori italiani di ultima generazione è uno dei più originali e interessati alle possibilità aperte dal linguaggio plastico in direzione astratta, non figurativa, ma profondamente organica e connaturata all’uomo e alla natura. La sua...
Read More
Nato a Savigliano, Italia (1989).
Tra gli scultori italiani di ultima generazione è uno dei
più originali e interessati alle possibilità aperte dal linguaggio plastico in
direzione astratta, non figurativa, ma profondamente organica e connaturata
all’uomo e alla natura. La sua ricerca artistica, segnata da una precisa
componente strutturale e sintattica, presenta i caratteri di un vero e proprio
linguaggio, articolato e sviluppato sempre sul piano della processualità.
L’attenzione di Rinaudo ricade sul processo attraverso cui l’opera si sviluppa
nel tempo tramite l’avvicendamento di mutazioni fisiche o chimiche interne alla
materia e che sottintendono però mutamenti più grandi e importanti, a volte
addirittura di ordine cosmico. I suoi lavori, eleganti e persuasivi, sono fitti
di allusioni alla dimensione “sensibile ed etica” della materia e per questa
ragione la forma è interpretata come mai definitiva, in continuo movimento.
Utilizzando materie prime organiche e inorganiche, gli inerti edili e la
conoscenza profonda degli strumenti, le sculture luminose e dinamiche si
costituiscono attraverso lo sviluppo di un elemento generativo primigenio - una
cannula di policarbonato, una rondella in ferro, un tronco abbattuto da un
fulmine. L’artista finisce così per definire una forma pura, di massima pulizia
e rigorosità, memore di una eredità minimalista, allontanata però dalla
freddezza degli esiti oggettuali ma alimentata ogni volta da una dimensione fisica
che la riscalda su principi etici di sostenibilità ambientale e di recupero
delle memorie territoriali. Decisivi sono stati gli anni di apprendimento
compiuti dapprima all’Accademia di Belle Arti di Bologna e in seguito
all’Albertina di Torino, durante i quali sperimenta punti di vista differenti,
affronta prove con una sensazione di smarrimento tramutata poi in energia
positiva e in una sensibilità controllata e a tratti acuta in grado di cogliere
le diverse sfumature percettive del mondo, affinate presso l’atelier degli
artisti Lucy + Jorge Orta a Parigi e con le collaborazioni nella realizzazione
delle performance di Marcello Maloberti.
IVANA MULATERO, 2019