Per tutta la vita ho provato a spiegare perché dipingo, per chi dipingo e cosa dipingo. Ma quello che faccio ha iniziato ad assumere valore nel momento in cui ho preso coscienza del fatto che non c’è alcuna spiegazione dietro...
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Per tutta la vita ho provato a spiegare perché dipingo, per chi dipingo e cosa dipingo. Ma quello che faccio ha iniziato ad assumere valore nel momento in cui ho preso coscienza del fatto che non c’è alcuna spiegazione dietro a questo tipo di arte. Dipingo perché il colore è la mia lingua, dipingo per parlare e dipingo tutto quello che ho dentro.
Sono nato a Milano il primo giorno di primavera dell’anno 1990. E proprio come la primavera segna la rinascita dopo il letargo invernale, per me dipingere è come rinascere in una notte cupa. Mi porto alle spalle quattro anni di studi artistici, e nonostante prediligessi le ore di progettazione, non ho mai smesso di appassionarmi all’arte astratta. È stato mio papà a trasmettermi la bellezza dell’arte. Ho iniziato a fare i miei primi disegni tentando di emularlo mentre era intento a dare vita alla sua arte. Il giorno che mi ha regalato la sua scatola di colori ho iniziato a respirare la libertà che un pennello è in grado di dare.
Laddove un colore incontra il bianco, è li che nasce l’arte. E nessuno ha il potere di spiegare, definire o raccontare l’arte. L’arte è l’anima dell’artista, è il pensiero di un secondo ed il sogno di una notte, è la raffigurazione di un’emozione e l’espressione di un sentimento. L’arte è di chi la sente, non di chi la vede. L’arte è ovunque, può essere una persona o un oggetto. L’arte è come una fiaba in grado di far sognare il proprio lieto fine fin dal primo sguardo.