Andrea Mori nasce a Sondrio nel 1977, vive e lavora in cammino. Negli anni ha sviluppato la propria ricerca artistica affrontando tematiche quali il viaggio a piedi, l’osservazione del territorio, lo studio delle tradizioni e degli antichi saperi. Ha frequentato...
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Andrea Mori nasce a Sondrio nel 1977, vive e lavora in cammino. Negli anni ha sviluppato la propria ricerca artistica affrontando tematiche quali il viaggio a piedi, l’osservazione del territorio, lo studio delle tradizioni e degli antichi saperi. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera conseguendo il diploma con una tesi sul camminare, quindi la specializzazione in Arteterapia con una tesi sui sentieri e la cultura popolare della Valmalenco. Tra le mostre ricordiamo Moved. Artist at home, Montrasio Arte, Monza 2018; Patriarchi arborei, Galleria Credito Valtellinese e MVSA, Sondrio 2017- 2018; Sulla via del sale_Preview, VVV (Milano Photo Week), Milano 2017; Guida di Bologna per bighelloni, Spazio MenoMale, Bologna 2017; INN-EN, Styleconception, Innsbruck 2016; 13.333 passi nudi, Km0 Galerie, Innsbruck 2015; Un viandante verso Innsbruck, Km0 e Montrasio Arte Milano 2015; D’Alberi antichi, Sordevolo 2014; Montagna Immaginata, Chiesa in Valmalenco 2013; Montagna in corpo, Chiesa in Valmalenco 2012; D’Antichi Saperi, Palazzo Martinengo, Sondrio 2010. Tra i suoi cammini segnaliamo: 12 giorni fra gli alberi antichi della Valtellina; 30 giorni sentendo INN, da Piz Lunghin a Passau (Svizzera-Austria-Germania); 18 giorni da Mariano a Innsbruck (Italia-Austria); 21giorni errando a Sordevolo (Italia); 21 giorni da Torre s.m. a Torre s.m. fra i monti della Valmalenco (Italia); 21 giorni errante da La Verna a Poggiobustone (Italia); 40 giorni errante da Saint-Jean Pie de Port a Finisterrae (Francia-Spagna). “Quella umana è divenuta una condizione immobile o seduta, sostituita da una serie di protesi; non fa meraviglia che oggi il corpo sia percepito come anomalia, un dispositivo imperfetto che deve essere migliorato e che alcuni sognano di eliminare" [...] "questa cancellazione intacca la visione che l’uomo ha del mondo, limita il suo campo d’azione nel reale, diminuisce il suo senso di consistenza dell’io, indebolisce la sua coscienza delle cose a meno che l’erosione di sé non venga frenata per mezzo di attività compensative” (Le Breton). La terra raccoglie le tracce del mio cammino, la terra è luogo e il camminare è l’azione che permette di percepirmi. Vorrei raccontare tutto questo, usando la voce dei luoghi, le sue parti. Vago camminando, mi sposto secondo il lento incedere dei passi, così spesso mi trovo a passare per luoghi silenziosi come a transitare per posti in cui le voci o i suoni sono la prima via di comunicazione. Ho incontrato tanta gente lungo la mia strada, persone leggere come il silenzio, parlavano con gli occhi, con la stessa intonazione della terra, come persone che erano assordate dalla loro stessa voce; sono stati tutti capaci di donarmi attimi indimenticabili. Camminare rappresenta il trionfo del corpo, con sfumature diverse secondo il grado di libertà della persona, favorisce l’elaborazione di una filosofia elementare dell’esistenza basata su una serie di piccole cose, induce per un momento il viandante a interrogarsi su di sé, sul suo rapporto con la natura e con gli altri. Camminare è quel modo di andare che induce un piacere viscerale che stimola l’incontro, la conversazione, la gioiosa fruizione del tempo. Camminare è entrare in contatto con i luoghi, le loro storie, i loro abitanti, i tanti saperi che stanno scomparendo, conoscerli per apprenderli per diventarne poi una voce. Sin dall' antichità al camminare erano associate religione, danza, musica e racconto nelle sue più svariate forme. Camminare è un modo per riappropriarsi del sé, del mondo che ci circonda tornando in contatto con le cose semplici, significa aprirsi al mondo, alla sua conoscenza, farsi da lui divorare, per rinascere con la consapevolezza dell’universo che ci circonda. Camminare, permette di scoprire cosa stia dietro ad una siepe o ad una collina, vuol dire aver modo di fermarsi, osservare, vivere, significa aumentare la propria percezione corporea, è raccontare i luoghi attraverso cui si passa. Camminare crea sempre la predisposizione nella gente a rapportarsi con gli altri in modo rispettoso, dice infatti M. Mead: “Se gli uomini non avessero avuto altri mezzi di spostamento che le proprie gambe, non sarebbero andati lontano nel corso della vita. Per chi cammina la conoscenza della propria vulnerabilità è un incentivo alla prudenza, alla disponibilità verso gli altri(…) una cosa è certa chi va piedi è sempre ad altezza uomo e sente il bisogno e la necessità di rapportarsi amichevolmente con le persone.” Camminare immerge in una forma attiva di meditazione che sollecita la piena partecipazione di tutti i sensi, è vivere attraverso il corpo.