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“Who does these paintings?” I asked my father as a child, fascinated by those mysterious people who colored train stations.
“They are vandals who come at night, daub everything without permission, but if they are caught they are arrested.”
I decided, therefore, that was what I wanted to do. In fact, I went to France, to Paris and Marseille, to find a new style for my graffiti. Meeting many street artists was really exciting, and I enthusiastically hoped to run into some successful artists.
As time went on, however, I began to move closer and closer to painting on canvas, determined to preserve the works I was creating, as my graffiti was often covered and ruined.
However, the key moment in my artistic reflection, deeply connected to the theme of memory, was when I experienced a near-death experience. Once I regained consciousness it became clear to me that I wanted to create an archive of lasting images, and to give something back to those who had saved me.
From there on I became OLTREOMBRA, the name was a pun not to name the light I had glimpsed, under that pseudonym I held 6 group and 4 solo exhibitions between 2018 and 2022.
My teachers were mainly two: Alberto Parres and Kano Tatsunori. The first, whom I met in Rome, welcomed me and introduced me to the world of painting. During our long evening conversations, he conveyed to me a critical approach towards Art History and initiated me into the technique and importance of the painterly stroke. Conversely, meeting Master Tatsunori, a serenely straightforward and affable person, made me understand the discipline of painting and the sacredness of an artist's stroke.
Since 2022, while painting an average of 40 works a year, I have not held any other exhibitions. I needed to evolve a more complete concept before I could show it, it was important to work in the shadows.
In recent years I have been working in operating rooms by day and in my painting studio at night to study the anatomy of the soul.
This research has pushed me to realize that I am only OMBRA, however fleeting and temporary my permanence compared to the vastness of history and time, I am connected to the memory of the world like the filament of thread to a string.
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[IT]
«Ma chi è che fa questi dipinti?» Chiesi a mio padre da bambino, affascinato da quelle persone misteriose che coloravano le stazioni dei treni.
«Sono dei vandali che vengono la notte, imbrattano tutto senza permesso, ma se li prendono li arrestano».
Decisi dunque che quello era ciò avrei voluto fare. Andai infatti in Francia, a Parigi e Marsiglia, per trovare un nuovo stile per i miei graffiti. L'incontro con molti street artist fu davvero esaltante, e rincorrevo con entusiasmo i rats parigini sperando di incontrare qualche artista affermato.
Con il passare del tempo però iniziai ad avvicinarmi sempre di più alla pittura su tela, deciso a preservare le opere che creavo, visto che spesso i miei graffiti venivano coperti e rovinati.
Il momento chiave della mia riflessione artistica, profondamente legata al tema della memoria, è stato però quando vissi un'esperienza prossima alla morte. Una volta ripresa coscienza mi apparve chiaro che volessi creare un archivio di immagini durature nel tempo, e rendere indietro qualcosa a chi mi aveva salvato.
Da lì in poi sono diventato OLTREOMBRA, il nome era un gioco di parole per non nominare la luce che avevo intravisto nella mia improvvisa esperienza di premorte. Con quello pseudonimo ho svolto 6 collettive e 4 personali tra il 2018 e il 2022.
I miei maestri sono stati principalmente due: Alberto Parres e Kano Tatsunori. Il primo, conosciuto a Roma, mi ha accolto e introdotto nel mondo della pittura. Durante le nostre lunghe conversazioni serali mi ha trasmesso un approccio critico nei confronti della Storia dell’arte e iniziato alla tecnica e all’importanza del segno pittorico.
Viceversa, l’incontro con il maestro Tatsunori, persona serenamente schietta e affabile, mi ha fatto comprendere la disciplina della pittura e la sacralità del tratto di un artista.
Dal 2022, pur dipingendo una media di 40 opere l'anno, non ho svolto altre mostre. Avevo bisogno di evolvere un concetto più completo prima di poterlo mostrare, era importante lavorare nell’ombra.
In questi ultimi anni ho lavorato nelle sale operatorie di giorno e nel mio studio di pittura la notte per studiare l’anatomia dell’anima.
Questa ricerca mi ha spinto a capire che sono solo OMBRA, per quanto fugace e temporanea sia la mia permanenza rispetto alla vastità della storia e del tempo, sono connesso alla memoria del mondo come il filamento di filo ad una corda.