Massimo Marchioro si sente poliglotta. Parla a tutti perché parla con il colore. Scambiando delle idee e delle sensazioni, viaggiando brevi o lunghi viaggi interrotti dai grafismi, sospesi dai tagli, sperduti nelle sfumature. Un artista il cui estro nasce da dentro,...
Read More
Massimo Marchioro si sente poliglotta. Parla a tutti perché parla con il colore. Scambiando delle idee e delle sensazioni, viaggiando brevi o lunghi viaggi interrotti dai grafismi, sospesi dai tagli, sperduti nelle sfumature. Un artista il cui estro nasce da dentro, che lavora costantemente all’evoluzione del suo stile, non per rivendicare necessariamente l’originalità nell’espressione, ma per ricercare un linguaggio multisensoriale in cui le vibrazioni si infiammano per esprimere calore, odore, sapore. La chiave non è immaginare ma interpretare, per impossessarsi dell’idea di un soggetto, rielaborarla e tradurla con il linguaggio di un privato e personale sentire. L’uomo, pur non essendo presente nelle opere, è forte nel pensiero, nel gesto pittorico. È l’uomo che vive nella città, che percorre i fili sempre più spesso presenti nei quadri. Nel ricordo dei numerosi viaggi, nelle modulazioni e suggestioni che trasportano in una dimensione interiore, nelle sue passioni. Ed è così che si scoprono allusioni ad un universo indomito interiore che cerca il dialogo nel suono della campana tibetana o nell’ascolto del corpo di una posizione yoga. E si intuisce che interpretazione e improvvisazione appartengono allo stile creativo dell’artista Marchioro che, al contrario, nella vita di tutti i giorni è molto metodico.