Sono nato a Roma in una famiglia piccolo borghese. Ho vissuto in varie cittá. A quattordici anni mi sono iscritto ad un corso di teologia, questo mi ha permesso di divenire ateo in breve tempo.
Ho studiato antropologia culturale all’Universitá della Sapienza di Roma. Non ho terminato il corso di studi. Successivamente ho seguito dei master di marketing e comunicazione.
Per sostenermi svolgo con soddisfazione l’attivitá in proprio di communication advisor.
Ho iniziato a viaggiare a 18 anni. Non ho mai smesso.
I miei interessi sono la Storia, il Cinema, la Fotografia, la Letteratura. La musica, principalmente sinfonica, jazz e lirica.
Per me l’otturatore è una mannaia che separa l’attimo dal tempo e lo rende eterno. Penso che in questa magia sia racchiusa l’essenza della fotografia.
La mia vita é ció che penso, é ció che faccio. Provo a raccontarmi dicendolo:
Credo che l’opera d’arte non vada compresa, vada ascoltata. Poi il valore e la compatibilità con i propri sensi si misurerà col tempo.
Amo gli animali. Gli umani potranno definirsi evoluti quando saranno in grado di comprenderli amarli e rispettarli.
Se esplori nuove riflessioni sei pronto per partire.
Pensare, essere, creare, amare. Sono gli atti più vitali.
Il ritratto è una biografia rubata. Non ho mai chiesto permesso, nemmeno a me stesso. Ho sempre rubato. Per affetto.
L’arte è creazione. L’arte è coming out. L’artista è colui che ha una particolare propensione a dialogare con se stesso.
Se alla ricerca aggiungi la melanconia diviene un viaggio.
Se un ritratto non racconta è una banalità.
Partire è un po’ morire. Ne ho bisogno per vivere.
Un libro è bello. Anche esteticamente, soprattutto se ha una copertina povera.
L’estetica dipinge ogni istante, vivere significa accorgersene.
Ciò che vedo ora non lo vedrò mai più.
Sono pieno di contraddizioni, vorrei vivere tra felini e lupi ma amo stare al cafè ad osservare il mondo con un libro in mano.
Ricordi?
Verso il Kurdistan. Il mio sonno profondo in una magnifica stanza aperta sulla pioggia tropicale. La rotta persa tra le dune mobili dell’Adrar. L’orchestrina di Mompox. L’elegante solitudine di Tash Rabat.
L’emozione delle cose? Il vento che di notte sferza il mare. L’ultimo sguardo. I confini remoti.