Giuseppe Livio nasce a Catania il 3 dicembre del 1975. Dopo il Liceo Artistico si iscrive all’Accademia di Belle Arti della stessa città dove si laurea in scultura nel 1998. La vicinanza con Antonio Brancato, suo docente, lo porta ad...
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Giuseppe Livio nasce a Catania il 3 dicembre del 1975. Dopo il Liceo Artistico si iscrive all’Accademia di Belle Arti della stessa città dove si laurea in scultura nel 1998. La vicinanza con Antonio Brancato, suo docente, lo porta ad una collaborazione artistica per la realizzazione di un importante monumento bronzeo per il comune etneo di San Giovanni La Punta.E’ un periodo di stimolanti sollecitazioni artistiche, specie riguardo all’acquisizione delle diverse tecniche incisorie e dell’antico mestiere di stampa. Preziose le conoscenze con artisti tra cui Gianbecchina, Salvatore Incorpora, Sebastiano Milluzzo, Elio Romano. Nel 1994 apre il suo studio pensatoio a Catania, dove realizza opere scultoree, pittoriche e calcografiche. Accetta svariate committenze per la realizzazione di sculture in legno e in terracotta. Numerose le sue partecipazioni a mostre collettive e personali.Tra il 1990 e il 1997 matura la sua idea di pittura, sentendo forte l’esigenza di sconfinare al di là della compostezza di un accademico formalismo per ritrovarsi nel segno libero e sporco di forme espressioniste, che sfociano in una serie di ritratti emblematici in cui la forza del segno e il vigore del colore non ammettono compromessi conciliatori nei confronti della società circostante.Nel 1997 è a Salisburgo dove affina le tecniche del restauro scultoreo e conosce nuove culture, che stimolano la sua curiosità e vengono tradotte in una serie copiosa di opere.Il 1999 è un periodo d’ombra per lui, abituato a negare il rigore delle regole e la prigionia dei confinamenti. È l’anno del Servizio di Leva obbligatorio, nel quale la negazione della libertà del proprio tempo spingono la sua mano alla straripante produzione di una serie di volti costantemente accentati di tristezza e segnati d’arroganza. Nel 2001 l’abilitazione all’insegnamento per Disegno e Storia dell’Arte lo porta ad Istanbul. Il richiamo alla “porta d’oriente” è evidente nelle opere espressioniste di quel periodo, in cui la narrazione segnica acquista una valenza laicamente “mistica”, rispondente allo stupore dell’uomo occidentale rispetto a riti, colori e odori appartenenti ad una nuova cultura. In antitesi al chiasso della metropoli, la Cappadocia, con il suo silenzio ed isolamento dal tempo, suggerisce l’esito quasi monocromo dalle tinte polverose e terrose di tante sue opere.Dal 2002 e fino al 2005 insegna Storia dell’Arte in Lombardia con un’attività pittorica che conosce la ricchezza di temi che riguardano la cronaca contemporanea. Dal 2006 è docente di Storia dell’Arte tra Catania e Roma. Dal 2008, l’incontro con Giuseppe e Antonio Vitale lo vede protagonista in importanti mostre personali tra cui quelle alla Galleria d’Arte Moderna “Le Ciminiere” di Catania, alla Cripta del Duomo Antico del Castello di Milazzo, alle Ex Carceri del Castello di Lipari, al Monastero di San Benedetto e Santa Chiara di Licodia Eubea e alla Galleria SPAZIOVITALEin di Catania. Possono altresì annoverarsi partecipazioni significative a manifestazioni artistico-culturali come “La Notte della Cultura” di Salina o la prima edizione di “Le Vele Nere” di Lipari. Viene nominato coordinatore artistico per una sezione di scultura del progetto “La Porta della Bellezza” di Librino a Catania e coordinatore artistico per una sezione di pittura per il progetto “La Grande Madre” per il Policlinico di Catania. Una sua grande opera calcografica ad unica scena di rappresentazione stampata su sedici fogli di carta a mano dal titolo “Svelando i profumi della sua immagine” lo vede partecipare al “Rito della luce” voluto da Antonio Presti per la città di Catania.Del giugno del 2014 è una sua mostra personale, a cura di Francesco Lucifora, presso il Palazzo della Cultura di Catania. Significativa è la presentazione, tra l’altro, di opere realizzate con tecnica calcografica a secco su carta fatta a mano.Ad ottobre è presente presso Art Market Budapest; a dicembre una sua grandissima installazione, dal titolo "Forte Nota”, lo vede protagonista del “Rito della luce” 2014.In questo periodo sono numerosi i contatti con alcune gallerie di Parigi con le quali iniziano delle collaborazioni. Un’arte tormentata e frenetica quella di Giuseppe Livio, che, però, dalla fine del 2011, conosce in pittura un periodo di dolcezza e introspezione. È il ciclo della “Leggerezza”: una memorabile carrellata d’umanità, un metaforico coro dei sentimenti dell’uomo ad ogni latitudine e di ogni tempo.Sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private tra cui ricordiamo, dal 2016, l’inserimento nella Collezione Permanente d’Arte Contemporanea della Galleria Regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa presso gli spazi di “Sant’Agostino Contemporanea – SAC”.Oggi vive tra Catania e l’Isola di Vulcano dove coltiva la sua passione per l’arte, realizzando pitture e sculture in cui si riflettono le caratteristiche del nostro tempo. Curiosità e sperimentazione...