MATO é pseudonimo di Matteo. Nasce e cresce nel centro Italia in una piccola e remota comunità tra boschi e montagne. Attratto da arte, lettere e viaggi vive in ambiente familiare stimolante. Viaggia molto, sin dall’infanzia, e apprende a relazionarsi...
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MATO é pseudonimo di Matteo. Nasce e cresce nel centro Italia in una piccola e remota comunità tra boschi e montagne. Attratto da arte, lettere e viaggi vive in ambiente familiare stimolante. Viaggia molto, sin dall’infanzia, e apprende a relazionarsi con diverse culture. Intraprende studi di ingegneria e inizia una carriera che lo porta a trasferirsi in diversi paesi, prevalentemente in via di sviluppo, per lunghi periodi.
Il disegno a mano libera lo accompagna, seppur marginalmente, sin dall’adolescenza fino ad acquisire rilevanza maggiore a partire dal 2016 dopo circa tre anni trascorsi, per lavoro, nello stato brasiliano del Mato Grosso. In piena fascia amazzonica, da cui lo pseudonimo MATO.
Oggetto delle opere create sono, prevalentemente, la natura e l’emarginazione sociale. La tecnica maggiormente usata è il collage e i materiali impiegati vanno dal cartone per imballaggi, scotch di demarcazione alle tinte acriliche e spray. Durante il Covid passa definitivamente dal foglio a4 a opere di grande dimensione utilizzando i pochi materiali reperibili nel periodo o quelli già presenti in casa (i.e. il cartone per imballaggi).
Mosaici bizantini, POP Art newyorkese, Ukio-e giapponese e affreschi tardo medioevali sono la fonte primaria di inspirazione ed è facile imbattersi, guardando la sua produzione artistica, in storie bidimensionali o scritte, simili a slogan pubblicitari.