Stefania Catenacci, in arte Cate, nasce a Roma nel 1971 da una antica famiglia abruzzese, stanziata nella capitale da tempo.
Le sue tele sono percepite come degne di nota per l’espressività immediata e l’originalità delle composizioni a olio che provengono per impostazione dalla cultura acquisita nel campo fotografico.
La sua pittura è un vortice di figure femminili. Spiriti femminili che vogliono dare libero sfogo alla propria individualità, vengono ritratti con quell’assoluta dedizione nel cogliere le varie sfumature di una donna, tipica di chi ha la sensibilità necessaria per scovarle.
Dipinge anime innocentemente ribelli, le ritrae con una cifra stilistica assolutamente personale, attraverso un linguaggio pittorico fortemente suggestivo connotato al femminile, che si muove in un’alternanza tra coordinazione e disordine, accrescendo così l'impatto visivo sui visitatori attraverso una lettura complessiva del suo modo di vedere.
Nell’ideazione di un quadro medita quello che è il suo approccio tra il reale e l’onirico, affinché alcuni suoi visi siano come distratti, altri come sognanti, altri ancora come tormentati, e spesso le sue figure o volti si presentano a meta’ o per dettagli, o sporcati da colore istintivo ed improvviso quasi a voler nascondere una leggibilità fisica totale, ma lasciata alla interpretazione dello spettatore.
Le sue figure sono “bloccate” sulla tela, con una tecnica che fa il verso al “fermo-immagine”, nel momento in cui sembra abbiano la cognizione di un inaspettato accadimento che le arricchirà di umanità: l’incipiente scoperta di un nuovo quadro valoriale di riferimento.
Le sue elaborazioni, pur ricorrendo a tecniche abituali, ostentano, a volte in modo efficace, sensibilità e competenza nel configurare lo spazio pittorico modulandolo con mano sicura il colore a cui conferisce un discreto ritmo narrativo accordato sul registro dell’emotività.
Partita da una rappresentazione totalmente raffigurativa e realistica, come ogni artista ha sentito la necessita’ di mutare la sua forma artistica rendendola di volta in volta piu’ libera. Ed ecco che le sue tele acquistano poco a poco una cifra “rompendo le righe” e lasciando spazio a pennellate dal colore e dal fregio istintivo. Fino ad arrivare negli ultimi lavori un intreccio fra realismo e contaminazione quasi astratta.
Dal 2016 l’artista, oltre alla sua produzione privata, collabora con la Galleria Vittoria di Via Margutta.