Per
me creare è deformare la realtà per renderla visibile.
Per
questo mi sento, oggi, più un creatore che un fotografo.
Essere
in ricerca permanente di nuovi mondi da esplorare artisticamente è
diventato un bisogno quotidiano e vitale.
Il
punto di partenza è sempre lo stesso: un incontro.
È
questo incontro che è all'origine del mio lavoro. Come un
appuntamento inatteso, un gironzolare, un oggetto, una struttura, un
luogo, una situazione originale inevitabile diventa uno scatto, una
foto.
Girovagando
ho accumulato decine di migliaia di foto che sono per me la materia
prima, come l'argilla per lo scultore.
Davanti
allo schermo del computer, in un attimo, la foto, una certa foto,
quasi inizia a parlarmi.
Il
suo ambiente? I suoi colori ? Un ricordo ? Un'emozione ? Non importa
il come ed il perchè, so che è con lei che devo lavorare.
L'alchimia ha fatto la sua parte ora il mio lavoro può cominciare.
Durante
il mio lavoro grafico ricompongo e creo, totalmente o in parte, una
nuova immagine differente della sua matrice.
Il
mio lavoro si declina in diversi universi: " i classici",
"le atmosfere", "i capricci" e da pocco il lavoro
in collaborazione con l'A.I..
Per
certe foto, pocchi ritocchi, inquadratura e/o saturazione dei colori,
custodendole così, fedeli come nella mia prima visione. Questo è
ciò che chiamo il mio universo "classico."
"Le
atmosfere" che potrebbero anche chiamarsi: "foto-pitture",
per queste strutturo e "deposito" sul supporto fotografico
la "materia" che inasprisce l'emozione, sostituendo il
pennello e la pittura con un software ed un mouse.
La
mia serie "Carrocatures", neologismo francese di vetri e di
caricatura, sfrutta la stessa tecnica ma viene da me applicata alle
persone, diventando così una versione moderna e digitale della
caricatura. È per me ogni volta una nuova scoperta perché il
risultato non sarà mai lo stesso, é mai conosciuto in anticipo.
Talvolta comico, talvolta triste, talvolta spaventoso ma è anche
questo il piacere della creazione,
Il
mio universo che chiamo "i capricci" in omaggio al mio
maestro Canaletto.
Provando,
al mio umile livello, a creare rappresentazioni di luoghi dalla
realtà improbabile, immaginari ma figurativi, onirici ed ammaliati.
L'intelligenza
artificiale mi ha aperto, da pocco, un nuovo campo di ricerche
creatrice che sto provando,
Ma
il lavoro non si ferma quando ho dato vita e forma alla mia
creazione, ho bisogno dello spettatore per finire l'opera...
Lo
sguardo singolare di ciascuno in base alla sua vita, alla sua storia
ed alla sua visione artistica, crea un dialogo unico e diverso con le
immagini che propongo. La storia raccontata da ciascuna delle mie
foto-pitture si moltiplica ad ognuno dei miei incontri e scambi con
gli spettatori. Due universi si sovrappongono, si uniscono, è così
che l'opera rinasce a lei stessa altrettante volte che gli sguardi
l'incrociano.