Nato in Argentina, a Còrdoba, il 24 agosto 1960. Sono anche italiano per la famiglia di mio padre, figlio di disperati immigranti fuggiti dall’Italia e finiti nelle pampas alla fine del 1800.
Già da bambino mi sono interessato all’arte attraverso guide di musei che mio padre portava da suoi viaggi in Europa e Stati Uniti.Così ho conosciuto i maestri della pittura, dal Cimabue alla Pop Art. Mio primo quadro è stata una copia di La camera di Vincent ad Arles. Quella stanza sono io. (Jorge Luis Borges)
Da giovane ho seguito studi di Belle Arti ma allontanandomi sempre di più alla rappresentazione classica della pittura e della scultura e indirizzandomi a forme più complesse e dinamiche. Negli anni 80 ho partecipato a diversi Saloni di pittura a Còrdoba e a Buenos Aires, Argentina.
Nel novembre del 1985 ho realizzato a Còrdoba la mia prima istallazione vivente: “La gallina degollada”, non restano documenti se non che ricordi di chi la ha vista.
A casa di lettori, mia madre sopratutto, sono stato rapito dai libri e così ho conosciuto gli scrittori latinoamericani, spagnoli, francesi, russi, italiani, americani, i movimenti, le avanguardie. Ho amato la lingua spagnola. Porterò per sempre la violenza estetica di Federico Garcia Lorca.
Ho passato il periodo più nero della storia argentina come tutti gli argentini, nella completa ignoranza di ciò che succedeva, dei crimini perpetrati dal regime militare. Penso essere scampato in vita solo per un miracolo, per un’errore di valutazione dei loro sillogismi. Bastava essere un po agitato, avere 18 anni, essere un po clown, avere i capelli lunghi, per diventare un desaparecido, per venire ucciso.
Il destino mi ha portato in Italia, un paese straordinario. Ho cavalcato il mondo delle nuove tecnologie e ne sono rimasto affascinato. Continuo a studiare tutti i mezzi di comunicazione, di espressione, ma resto sempre innamorato dagli oggetti di consumo che produce l’uomo contemporaneo per la vita quotidiana. Amo le grandi città, la confusione della gente, le luci, tuttavia vivo in modo riparato, come un’eremita.
La mia ricerca, da anni, è concentrata su due temi: la memoria e le cose che non esistono. La memoria: riscattando tutto quello che possa fermare il passo del tempo, il fuggire dei giorni, il fuggire degl’istanti, delle cose che amiamo, dei momenti che non torneranno mai più. Le cose che non esistono: immaginando uno spazio speculativo dove le cose siano nuove e non copie , ripetizioni o rielaborazioni di cose esistenti. Una ricerca non fine a se stessa se non che una forma di interagire con il mondo in un modo diverso di quello che facciamo tutti i giorni, senza la pretesa di riuscirci. Una ricerca che possa essere parte di un camino già iniziato consapevole o inconsapevolmente da latri. Un cammino per altri.
Ho partecipato a diverse mostre collettive e saloni di artisti sia inArgentina che in Italia.